Lofts
residenze private
Firenze, ITALIA - 2006
Il principio filosofico-architettonico che sta alla base del progetto dei lofts è, senza dubbio, uno dei temi prediletti dall’architetto Claudio Nardi: la rilettura contemporanea di un contesto esistente.
Tale ri-lettura deve riportare in superficie l’anima dei luoghi, non soffocandola attraverso restauri troppo profondi e deve rendere il più possibile trasparenti, leggibili, tangibili, le tracce del tempo.
E’ appunto il tema della ri-architettura, del costruire nel costruito, del maneggiare con cura,
una antica e consolidata attitudine al confronto con le stratificazioni, all’utilizzo di parole antiche che si coniugano con materiali ed equilibri formali nuovi, attraverso interventi che vanno dal “maquillage” (materiali, colori o finiture rinnovate) all’invenzione di un nuovo “vestito”, attraverso la realizzazione di nuove “pelli” leggere e tecnologiche, fino alla “chirurgia estetica” con piccole o grandi addizioni o sottrazioni o trasformazioni di parti nella forma e nella funzione.
La scelta principale di trasformare l’edificio esistente (ex-opificio) in tre distinte unità abitative, due di queste tra loro simmetriche, risulta compatibile con il contesto urbano in cui esso è inserito e con le direttive del Piano Regolatore volte al ripristino dell’uso residenziale dei centri storici.
Dalla fusione delle suddette unità nasce il grande spazio comune espositivo nel quale la luce naturale acquisisce un ruolo fondamentale esaltando il sofisticato cromatismo che sfuma dal bianco al grigio perla ed enfatizzando i pochi ed eleganti segni della composizione architettonica.
Tali segni, oltre ad essere un omaggio alla tradizione razionalista italiana, lasciano visibili
alcune delle caratteristiche architettoniche dell’edificio esistente come la copertura a shed con le ampie finestre dei due lofts simmetrici e la struttura in cemento armato.
Le prime due unità abitative con copertura a shed sono separate tra loro da una parete longitudinale e per entrambe è prevista la distribuzione degli ambienti principali su due livelli creando un’ampia zona giorno al piano terra e una zona notte nel soppalco.
L’ultimo piano dell’edificio, invece, è occupato da una sola unità abitativa ed è concepito come un ambiente unico con due terrazze che si affacciano sugli sheds, collegato al piano terra tramite una scala illuminata dall’alto.
Dalla fusione delle unità nasce il grande spazio.
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#ClaudioNardiArchitects
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Interventi minimi o importanti, per scala, funzione, impatto , che lasciano il segno sul ‘territorio”, in parte lo modellano, partecipano alla trasformazione, ad una trasformazione ‘dal basso’..e’ l’idea utopica dell’energia delle ‘tante piccole buone azioni’.