Starhotels

concorso su invito, 1° classificato

Firenze, Milano, ITALIA - 2001

HOTEL MONGINEVRO, Firenze

L’edificio soffre di un irrisolto assetto delle sue proporzioni dal punto di vista compositivo, non abbastanza alto, non abbastanza esteso, la semplice iterazione degli affacci modulari ne fa, e ne potrebbe confermare, la natura di anonimo esempio di edilizia “periferica”.
D’altronde una prerogativa è l’esposizione su quattro lati che permette, non solo visibilità totale, anche autonomia rispetto all’edizia residenziale e anonima che caratterizza la zona, proiettando il “nuovo edificio” verso il futuro sviluppo: l’università, il parco, il tribunale, la nuova ricettività e l’indotto che tutto questo potrà comportare.
L’edificio si presenta quasi come un solido puro nelle sue linee perimetrali, un prisma, un grande monolite che suggerisce l’interpretazione come elemento unico ed intero. La scelta dei materiali, l’uso della luce e la distribuzione delle linee essenziali esprimono questa fisicità sobria, importante ed integrale che sfugge alla frammentazione che sarebbe derivata da un approccio solo funzionalista. I nuovi materiali proposti e la nuova trama di aperture e affacci,

tenderanno a creare un “effetto dinamico”.
L’avvicendarsi di segni di vuoti e di pieni, di ombre e di luci delinea un messaggio contemporaneo in cui massa e tecniche della tradizione si fondono a nuove leggerezze tecnologiche.
Una grande pensilina in posizione asimmetrica rispetto all’asse dell’edificio, rivestita in tutta la sua estensione con pietra arenaria chiara (naturale o artificiale), ingloba, schermate da frangisole in vetro, un primo blocco di camere e relativi affacci vetrati, ma soprattutto sottolinea ed esalta la parte aperta al pubblico, ovvero ingresso alla Hall, al bar al ristorante, il punto di raccordo con la città. Ampie pannellature in legno ricomposto ad alta densità rivestono e nobilitano le superfici di facciata restanti. Ricorsi in pietra chiara, sottili e aggettanti posizionati ritmicamente scandiscono lo sviluppo in altezza, rendono l’insieme vibrante, vivo, sensibile all’alternarsi di luce ed ombre durante il giorno.
La nuova scala di emergenza è schermata da una quinta rivestita in zinco-alluminio, tecnica, contemporanea, evocativa, che si prolunga in alto oltre l’edificio, a contenere impianti tecnologici di trasmissione e comunicazione.

HALL & RESTAURANT

Il piano terreno, per la parte aperta al pubblico, è destinato all’area reception, lobby e bar.
Un grande spazio aperto, e comunicante con l’esterno in più punti per sottolinearne la vocazione a spazio urbano, permeabile, invitante.
L’accesso principale lungo Via di Novoli, è costituito da una grande vetrata, in parte basata su di una lunga pedana in pietra arenaria chiara, una lunga panchina che si affaccia all’esterno e all’interno dell’Hotel, integrandosi con le sedute di varia natura dei salotti interni.
La lunga teoria degli elementi strutturali esistenti crea un filtro inevitabile tra l’area prospiciente Via di Novoli e le successive zone destinate a reception, blocco ascensori, bar, ne abbiamo quindi cercata la smaterializzazione.
I pilastri, bianchi, lucidi, perfetti sono avvolti da una tenda, bianca, filiforme, retro illuminata che li trasforma in morbide, immateriali, evanescenti, sorgenti luminose, che moltiplicano gli angoli, i punti di vista, le situazioni e le sensazioni

dell’intero spazio lobby, in particolare del bar.
Luci immateriali e luci oggetto svelano materiali o meglio “materie” ora scene, dense, come il legno, appena visibile dai banconi, la pietra nero assoluto della parete del camino, la resina rosso cupo, della fascia d’ingresso o delle ampie scale che conducono al ristorante, si intrecciano con l’immaterialità scintillante dei cristalli ultrachiari che schermano e proteggono gli affacci verso l’interrato e le superfici dei due “desk” con la sottile ma intensa presenza degli acciai elettrocolorati che rivestono il blocco ascensori, con i chiari e solidi riflessi della pietra e del grassello poliforme di pavimento e parei, con la varia e leggera cromia delle sedute, divani, poltrone, sgabelli, pouff in un rapido alternarsi di approdi e in un evolversi continuo di atmosfere (sottolineate anche dalla variabilità dell’intensità luminosa) durante la giornata, un lungo taglio orizzontale schermato a vetro, nella parete che separa dall’altra sala, creerà un integrante effetto “città”, soprattutto per chi siede nella sale “normali“ garantendo però la separazione acustica.

CAMERA

Può sembrare strano spendere poche righe per la descrizione del tipo di camera ipotizzata, essendo la camera, appunto, la materia prima, o meglio, il core-business dell’attività.
Di fatto è così, ma se la camera deve essere si accogliente, si comoda, si d’atmosfera, il valore aggiunto sarà senz’altro dato dalla qualità e dalla efficacia della proposta che far diventare gli spazi comuni, spazi della città.
Il layout di riferimento, che certamente potrà, nell’eventuale proseguimento del progetto, essere migliorato ma non stravolto, prevede camere,

non grandi, che secondo noi vanno quindi interpretati come preziose nicchie, dove il colore delle pareti e dei soffitti assume toni color tabacco, il fondale del letto, protagonista diventa una cornice asimmetrica, nelle forme e nelle funzioni, in parte in legno, in parte imbottita con un tessuto ricco ma facile e tecnologico di fronte un’ampia nicchia conterrà un mobile di dimensioni flessibili (estensibile) che si adatterà alla varie dimensioni assolvendo alle necessità di scrittoio, cassetti, frigobar, cassaforte, appoggio valigie, realizzato in acciaio, cuoio e legno.
In alto un box in plexiglas scuro, memoria vetero-tecnologica, conterrà il televisore, invisibile quindi quando spento, e luci d’atmosfera.

ANDERSON HOTEL, Milano

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Interventi minimi o importanti, per scala, funzione, impatto , che lasciano il segno sul ‘territorio”, in parte lo modellano, partecipano alla trasformazione, ad una trasformazione ‘dal basso’..e’ l’idea utopica dell’energia delle ‘tante piccole buone azioni’.

La struttura è bellissima ed il lavoro fatto è bellissimo quindi è tutto bellissimo